Di Carlo 'Bravo Diego' 'Ma prendo Del Piero'
Di Carlo riparte dai bianconeri. Come l’anno scorso, quando il Chievo lo chiamò al posto di Iachini nella settimana che portava al big match contro la Vecchia Signora. «Speriamo vada meglio, però. In quell’occasione Del Piero realizzò una punizione speciale. Poi ci furono due rigori così così: uno fischiato e uno no».
Di Carlo, al ritorno vi siete rifatti: 3-3 a Torino, con tripletta Pellissier. «Una partita perfetta, proprio quella che ci serve domenica. Vogliamo tornare a casa da Torino con un risultato positivo. Per farcela esiste un solo modo: intensità, pressione, sacrifico e capacità di sfruttare le disattenzioni della Juve. E’ la filosofia del mio Chievo, sempre».
Impressionato da Diego al “Berlusconi”? «E’ bello vederlo e sarà bello affrontarlo. Gioca sempre a testa alta. E poi è uno che fa segnare e segna».
Ha avvertito i suoi difensori? «Prima di tutto dovremo giocare di squadra. Poi, ovvio, chi è nella sua zona dovrà marcarlo a uomo: se gli lasci spazio è micidiale».
Se il presidente Campedelli le desse carta bianca, chi acquisterebbe dalla Juventus? «Uno vale l’altro. Un solo nome? Del Piero. Alex è ancora il massimo, un insieme di estro, concretezza e determinazione».
Lippi, scatenando il caos, ha pronosticato la Juventus campione d’Italia. D’accordo? «Sicuramente lotterà fino alla fine, però adesso l’Inter mi sembra ancora un po’ avanti».
Il Chievo riparte dal blocco dell’ultimo campionato. «Abbiamo cambiato poco. I nostri acquisti più importanti sono le conferme di Sorrentino, Yepes e Pellissier».
Pellissier, dopo la tripletta a Buffon dello scorso anno, come sta vivendo l’attesa? «Sergio è sempre lui, un faticatore inesauribile. Sarà fondamentale per la salvezza del Chievo, il nostro vero scudetto».
A bruciapelo: squadra e giocatore rivelazione del prossimo torneo. «Palermo. E Pastore, sempre dei rosanero».
(TuttoSport)
Chievo, Campedelli 'Battere la Juve e vincere a San Siro' Una toccata e fuga in Inghilterra approfittando dell’amichevole col West Bromwich, un buon libro, qualche corsa per tenersi in forma e poi solo Chievo: Luca Campedelli non ha fatto ferie, eppure è rilassato e carico come non l’abbiamo visto mai. Pronto per l’ottava in serie A.
Campedelli, in passato il Chievo aveva sempre venduto un giocatore per fare cassa e reinvestire sul mercato. Quest’anno nessuna cessione illustre: come mai? «Perché i simboli non si toccano. Vendere Pellissier sarebbe stato come vendere un pezzetto di Chievo. Ho fatto una scelta di cuore, Sergio ha capito e ha accettato».
Al momento il Chievo ha cambiato pochissimo. La squadra di oggi vale quanto quella di un anno fa? «Sulla carta siamo uguali, ma in realtà siamo molto diversi, secondo me più forti. Abbiamo lo stesso cervello ma siamo più muscolari e più forti fisicamente, con un'ottima difesa, un centrocampo all'altezza e due tra i migliori portieri d'Italia».
Che cosa vi manca per essere al completo? «Un centrocampista e un attaccante: se partiranno tre giocatori, ne arriveranno altri due. Sartori sta lavorando, qualcosa succederà».
Dove può arrivare il Chievo 2009-10? «Sono molto fiducioso: noi siamo migliorati e il livello del campionato è più o meno lo stesso. Diciamo che se a poche giornate dalla fine ci ritroveremo ancora lì a lottare per la salvezza, sarà una delusione per me. La Champions è fuori dalla nostra portata, l’Europa League no, anche se il nostro obiettivo resta la salvezza».
Capitolo fusione: che cosa è successo veramente? «Ne abbiamo parlato, ma ci siamo resi conto che non c’erano le condizioni per portarla a termine. E ora è un capitolo chiuso: non credo che ci riproveremo in futuro».
Quale gara le ha regalato le emozioni più forti da presidente in serie A? «Inter-Chievo 1-2 del 2001-02, il 3-3 con la Juve a Torino della stagione scorsa e i due derby col Verona».
Il sogno nel cassetto? «Giocare la Champions League. Quando sono stato al sorteggio di Nyon ho scoperto un mondo fantastico, che è solo per pochi eletti. Poi però mi torna in mente che l’anno dei preliminari è stato pure quello della retrocessione e mi passa la voglia» .
Lei è presidente del Chievo da 17 anni e l’ha portato dalla serie C all’Europa. C’è ancora qualcosa che le manca per essere appagato? «Battere il Milan a San Siro. Finora non ci siamo mai riusciti».
(Gazzetta dello Sport)